sabato 5 settembre 2009

w la scuola

Se potessi esprimere quello che sento dopo una settimana di riunioni a scuola,
sarei molto più dura di Al Pacino.

La classe dirigente attuale sicuramente si è "forgiata" nella scuola del protagonista di questo film..... Così servili e pronti ad applicare leggi incostituzionali! Povera scuola pubblica!


3 commenti:

  1. Lo sai, Flo, che odio il cinema, i film, quelli americani più degli atri e attori come Dustin Hoffman o Al Pacino sopra tutti.
    Sai perchè?
    Le loro rappresentazioni sono eccezionali, coinvolgneti, emozionanti.
    Puoi ridere o piangere alle loro parole. Puoi sentirti felice o provare il dolore più nero.
    Oh, si. Loro sanno davvero incantare.

    Ma, Flo, il cinema è finzione. I film sono finzione. Le recite di Dustin e di Al sono finzioni.
    Le lacrime o i sorrisi che ti strappano sono solo per delle finzioni.

    Nei film, poi, c'è il problema del finale.
    Problema molto grande, immenso. Su quel problema vale la pena riflettere un attimo.
    Un film deve vendere tante copie, fare incassi, perchè costa tanto.
    Non è come una poesia o una sinfonia, che hanno prezzi molto più modesti.
    E per vendere tante copie (biglietti nelle sale) è necessario che il finale sia quello che il pubblico desidera.
    Tutto lo svolgimento del film è calibrato per innestarsi nel finale che il pubblico desidera.
    Tutte le idee del regista e tutta l'arte degli attori sono dirette solo a dare tutto il risalto possibile al finale del film.

    E il pubblico vuole sempre un finale come si deve! Morale o immorale. Triste o allegro. Si tratta sempre del finale che il pubblico desidera.

    Nella realtà, invece, nella vita di ogni giorno, il finale, invece, normalmente non può essere quello che il pubblico desidera.
    Ci sono drammi e tragedie. E ci sono anche storie felici ed allegre.
    Ma per tutte non è il pubblico ad ordinare un finale desiderabile.
    Per tutte è la vita a decidere, comunque la vuoi chiamare, destino, provvidenza, o con altro nome.

    Quello che più di tutto, invecchiando troppo, non riesco più a sopportare nei film, tanto più quanto più sono belli i film, è il fatto che con una bella arringa - proprio come quella che hai postato - con un bel discorso che rapisce il cuore e l'anima, ttto si mette a posto. Il dolore si placa. Il matrimonio si aggiusta. Il figlio, o ilpadre, o l'amante, o il giudice, capisce.
    E c'è quello, l'Al Pacino di questa tua scena, che trova nei suoi buoni sentimenti la forza per un discorso così convincente.

    Cara Flo, quando mi siedo a vedere un telegiornale ci sono almeno dieci storie che vorrei finissero come un bel film americano, o una scena di Dustin Hoffman. Ci sono quelli che muoiono innocentemente in gerra. I fiori spezzati per mano mafiosa. I poveri alberi che il vento del caso strappa dalle radici sicure.

    Anche la politica, mr B, il dramma della scuola dovrebbero avere il finale che il pubblico desidera.
    Ma questo film sta durando davvero troppo ed il finale, per ora, non arriva.

    ed anche quando arriverà, non basteranno venti anni per rimettere a posto i cocci che questi ladroni stanno accumulando nell'animo degli iatliani. Si sono infranti tutti i valori e tutti i sentimenti che in modo così brillante Al Pacino ha edsaltato nella sua perorazione.
    Ma se proiettiamo questa scena davanti a mr B, o nelle aule parlamentari, o tra i banche del prossimo consiglio dei ministri, credi che qualcuno si convertirebbe, battendo le mani come i ragazzi del college?

    Scusami il tono. Sono assolutamente d'accordo con quello che vuoi dire. Sono d'accordissimo anche con tutto quello che il nostro Al ha sapto dire in modo così intenso.
    E' solo l'applauso finale che stasera non sento straripare dalle finestre ancora aperte, rotolare per strada, invadere le città e la nazione.
    Sono solo il silenzio, la solitudine della luna piena, il cupo oscurasi del mare, laggù, oltre il balcone, che amplificano qesta maledetta sensazione che la Compagnia di Mangiafuoco abbia rubato l'anima agli italiani e stia ora brindando in maniera sguaiata all'ottima riuscita dell'ultimo colpo.
    Scusami ancora.

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  2. Ti abbraccio piangendo.
    Invidio la tua lucida analisi, io invece sono talmente esausta dall'attesa del "risveglio" degli italiani, che non trovo l'energia necessaria per scrivere qualcosa di originale. Prendo in prestito film, canzoni, ecc... per dar voce al mio malessere, perchè la mia energia, in questo periodo, la impiego nella difesa della mia dignità di persona, che quotidianamente non vuole e non può abbassare la testa. Tu non hai idea di cosa hanno fatto della scuola pubblica, il clima che si respira, da "caporalato" credimi.

    Hai ragione. Agli americani nei film gli riesce sempre tutto, infatti Albertone nostro voleva esserlo a tutti i costi; quando si tuffava nella marana tutti gli dicevano:

    "Americà, facce Tarzan!!!"....

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  3. Flo, nessun abbraccio piangendo.
    Dobbiamo fare.
    Fare.
    E fare.
    Dobbiamo agire, restare vivi, attenti, parlare, restare persone normali, con una propria testa e proprie idee.
    Lo sai cosa penso: il mondo sta cambiando e si porterà via incubi e brutti film.
    Dobbiamo conservare vive le nostre energie e credere nel sogno.

    Non ti sembri stupida la frase.
    Luther King, Kennedy, Obama - per restare ad una "trinità" unita dalla forza civile delle idee, dal sacrificio e dalla vittoria - credevano nei sogni, come molti di noi.
    Solo chi non crede più nei sogni può adattarsi alla realtà italiana.
    Ma lo sai che è che non crede più nei sogni?
    Solo chi non sogna più
    E chi non sogna più, povero lui, ormai è morto. E forse neppure se ne è accorto.

    Senti, sulla "repubblica indipendente" vorrei realizzare un sogno "intellettuale".
    Ci ho pensato durante tutta l'estate.
    Il sogno di vedere al lavoro tanti di noi su un'idea pazza, utopica, ma forse non troppo irrealizzabile.
    Cerco amici che contribuiscano alla "costituzione di utòpia" (o, se vuoi, costituzione universale).
    Sono riuscito a mettere il post con il testo in modo che sia possibile cliccarlo sempre e facilmente.
    Non temo l'ironia, nè il disfattismo, nè l'incredulità.

    Ma se non ci crediamo noi che c'è qualcosa di universale negli uomini, qui ed ora, chi altri dovrebbe crederci?
    Vogliamo descriverlo con precisione sempre crescente, questo qualcosa?
    Bene, proviamoci.

    Ti aspetto.
    E ti chiedo, se la ritieni interessante, di diffondere l'iniziativa.
    Crescerà.
    Ha lo stesso sapore di libertà della "repubblica indipendente".

    Poi, se i cittadini vorranno, potremmo adottare la "costituzione di utòpia" come carta dei princìpi della nostra "repubblica".

    Un abbraccio affettuoso.

    PS: So cosa puoi provare per la scuola. Tu li ci vivi e ci lavori. Io, lì, ho un fratello, una cognata (docenti entrambi; spiriti come i nostri) e mio figlio, studente liceale, 3^ superiore, al classico. Faccio il rappresentante di classe (con quel poco che può fare il rappresentante) e stiamo cercando, con altri genitori di far vivere un "comitato dei genitori" che dia un pò di vita alla scuoletta nostra...

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