domenica 12 ottobre 2014

Talenti


Non c’è cosa peggiore del talento sprecato.....

ci dice Alessandro Mannarino in questo splendido testo, recitato da un bambino,
per mettere più in rilievo lo spreco della vita.
Ma per ritrovarsi,  bisogna pur perdersi in qualcosa.
A volte sappiamo perfettamente quale strada prendere per non cadere, ma il richiamo delle sirene è talmente forte e un giro non ci sono tappi che reggono.






Lentamente muore

(Ode alla vita)
 di
Martha Medeiros

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare 
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza 
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

mercoledì 23 aprile 2014

La mia parte intollerante

Essere diversi,
non ricoscersi nella moltitudine degli altri adolescenti,
intolleranti alla stupidità che ci vuole tutti omologati.
Meglio stare soli che male accompagnati, ti ripeti spesso quando nascondi il disagio che provi.
Quando si è figli porti il peso delle tristezze non espresse di chi ti ha generato, quando si è madri senti il dolore dei pensieri insani di chi hai partorito.
Ma i muri del silenzio che innalzi per paura,
hanno ormai le crepe di chi non accetta il dolore,
una madre non può arrendersi all'abisso
del figlio che si sporge troppo.

Come puoi pensare che mi distolga anche un solo
attimo da quel precipizio.... il mio amore è più profondo, 
le mie mani sono sempre tese.

Floriana, aprile 2014