domenica 19 febbraio 2012

Napoletana a coppe....

Questo è il titolo di una raccolta di riflessioni che a tempo perso mi piace rilegare....
E' di gran moda lo "scrivere autobiografico".... io lo trovo molto terapeutico.


Napoletana a coppe....

Premessa


    L’importanza del gioco nella vita di ogni essere umano è fondamentale, soprattutto formativo per la personalità, questo non lo dico perché è uno dei miei ferri del mestiere di “maestra”, ma perché ho notato che la mancanza di questa pratica “in-lusoria” porta ad altri tipi di riempimento affettivo.
     Questo libro è autobiografico, è un parto con un travaglio lungo; è un tentativo di ricordare i fatti miei per dedicarli alle nuove generazioni, con l’augurio di non dimenticare mai le proprie origini, di aver bene in mente da che gentes  e da che partes si proviene. 
      L’importanza di conoscere,  non la mappa cromosomica che aiuta nella salute, ma una mappa d’orientamento, in caso di “diritta via smarrita”, o meglio: quando “si perde la bussola”.
Non so perché mi viene così naturale pensare all’età bambina, ma sento il bisogno di mettere a fuoco alcune cose, non per tramandarle, ma per far sorridere e riempire di tenerezza i cuori di chi leggerà questo libro.

    I luoghi e i personaggi sono diversi, ma l'universalità dei buoni sentimenti è certa in ognuno di noi. Il mio intento è proprio quello di suscitare la voglia e il bisogno di mettersi a riflettere sui propri ricordi, sulla bellezza della nostra memoria.





Uno dei paletti fermi e seri della mia infanzia è il gioco del “tresette”.....
Fino ai i dodici anni rimanevo incantata a guardare i 4 giocatori che per ore si accanivano dietro al gioco del tresette..... solo chi ci si trova invischiato può capire la passione per questo gioco. Io ero l’addetta a preparare il caffè,  se qualcuno si alzava per un bisogno fisiologico.... allora si che scattava il mio turno di supplente, per il solo lasso di tempo necessario.   Quanti pomeriggi, quante domeniche dopo il pranzo e quante serate pre-natalizie dedicate a questo gioco. La questione era seria, anzi serissima... in palio c’era di più di una torta gelato, se vincevi le quotazioni della tua autostima salivano alle stelle. Non era facile vincere con due mostri sacri come mio padre e mia sorella.....
naturalmente giocavano uno contro l’altro e gli altri due compari erano mio fratello e mio cognato. Se commettevi qualche “cavolata” allora ricevevi in premio un trofeo fatto di emozioni, sfottò proverbiali, risate a crepapelle e quella spensieratezza di cui tanto avevamo bisogno. Per anni sono stata convinta che il “tresette” è un gioco per paraculi; questa mia certezza deriva dal fatto che gli “ammiccamenti” e il linguaggio gestuale che si praticava per far capire le carte che avevi al tuo compare, ma soprattutto per depistare l’avversario, erano un vero e proprio alfabeto segreto, per impararlo ci volevano  anni di praticantato. Quando mio padre si arrabbiava perché mio fratello Vincenzo sbagliava qualche mossa, o perché parlava troppo,  gli lanciava degli improperi pieni di fantasia, tipo: “Se ti presenti in una bisca e non ti cacciano a calci in culo,  ti assumono per pulire le sputacchiere.....”.  Mo’ non è che mio padre aspirasse in un futuro da biscazziere per mio fratello, ma quando si gioca si entra in un mondo irreale, ci si trasforma e le regole di vita quotidiana non contano, nel tresette si vive una realtà parallela, fatta di onore,  furbizia, scaltrezza e un tantinello di quella fortuna che sta li e che ti gira intorno ridacchiando alle tue spalle. Nel libro di Huizinga: “Homo Ludens” si legge  “Nel gioco le regole della vita vera sono sospese, e questo permette di mettere alla prova scenari non ancora reali, come la caccia per un cucciolo di tigre, o l’amore vero nel gioco di sguardi di due persone che stanno costruendo un loro gioco, in cui mettere alla prova i propri sentimenti nella conoscenza dell’altro”.
Continuo?




sabato 11 febbraio 2012

S. Valentino vestito di nuovo....

FAREWELL di Guccini

E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent' anni portati così,
come si porta un maglione sformato su un paio di jeans;
come si sente la voglia di vivere
che scoppia un giorno e non spieghi il perchè:
un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è.

Giorni lunghi fra ieri e domani, giorni strani,
giorni a chiedersi tutto cos' era, vedersi ogni sera;
ogni sera passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale,
ogni sera là, a passo di danza, a salire le scale
e sentire i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore,
quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore.

Poi giù al bar dove ci si ritrova, nostra alcova,
era tanto potere parlarci, giocare a guardarci,
tra gli amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino,
religione del tirare tardi e aspettare mattino;
e una notte lasciasti portarti via, solo la nebbia e noi due in sentinella,
la città addormentata non era mai stata così tanto bella.

Era facile vivere allora ogni ora,
chitarre e lampi di storie fugaci, di amori rapaci,
e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell' epoca nuova,
ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova.
Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo,
ci sembrava d' avere trovato la chiave segreta del mondo.

Non fu facile volersi bene, restare assieme
o pensare d' avere un domani e stare lontani;
tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante,
un ricordo lucente e durissimo come il diamante
e a ogni passo lasciare portarci via da un' emozione non piena, non colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.

Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale.
Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.

"The triangle tingles and the trumpet plays slow"...

Farewell, non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d' estate
con qualcosa di fragile come le storie passate:
forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile credo, perchè
ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me...




FAREWELL ANGELINA Bob Dylan



sabato 4 febbraio 2012

Grrrrr......

Stupro di gruppo, la Cassazione: carcere non obbligatorio.....

e' vero, meglio misure cautelari alternative:

CASTRAZIONE DI GRUPPO?

Siete un branco di ..... escrementi galleggianti!!!

Non so chi è più stupratore, se chi commette il reato o chi lo difende con questa sentenza vergognosa.....

 E' superfluo sottolineare la mia rabbia, io sono una pacifista convinta , soprattutto come educatrice sottoscrivo sempre le azioni di recupero dei giovani sfortunati che sono cresciuti in "cattività".... Ma il mio sfogo è da donna e mamma che inorridisce davanti a tanta brutalità..... 
Ero adolescente quando vedevo le udienze del processo del Circeo..... la povera ragazza rimasta viva, veniva trattata come una poco di buono..... Vergognatevi uomini di niente, voi che  andate a braccetto con la "Giustizia",  dimenticate troppo spesso che  avete qualcosa di prezioso tra le  mani, di sacro.  La Giustizia potrebbe curare ferite e lenire dolori..... invece che essere prostituita, venduta per un cavillo o un'interpretazione che salva a voi il "sedere", ma  che lascia altri nello sconforto e nella prostrazione totale.  Siete responsabili di fomentare l'odio.....



brrr....



Mi sentivo chiamare...... mi sono svegliata di colpo e ho guardato fuori dalla finestra........ povere piante!
Della serie  "mi piego ma non mi spezzo..."    
Ma quanta neve è caduta? 


Ci manca solo Totò che esce da dietro la quercia.... di ritorno dalla Steppa....
(il film "Letto a tre piazze...")




Gabriele è sempre pronto a fare a "palloccate".....  con i miei guanti e gli scarponcini rosa della sorella...... ma questo abbiamo rimediato. 



L'ulivo sembra gridare... "Basta foto, liberatemi dalla neve!!!!!!"


All'improvviso rientro in casa e.........




Vedete sul mobile della cucina?..... Su in alto..... No, no la ragnatela.... giuro, quei ragni sono dei clandestini....  ieri non c'erano.   Un pettirosso, è entrato in casa.......stufo forse di tanto bianco..... o per ringraziare delle briciole che mettiamo fuori proprio per lui.    


Non se ne vuole andare...... intanto telefona Costantino..... a Capranica ci sono due metri di neve.... ci ha avvisato che torna in primavera........



ps:  L'effetto neve sul Blog è perchè (come mi ha ricordato qualcuno) la neve magicamente fa tornare un po' tutti bambini..... è vero.....