giovedì 5 febbraio 2009

amare il proprio lavoro

Io sono molto fortunata, amo moltissimo il mio lavoro d'insegnante.Sapere di contribuire alla formazione della personalità dei miei alunni, in qualche modo mi responabilizza a migliorarmi come persona.

Vederli crescere, aiutarli a decodificare questo mondo così complesso dando loro anche alcuni strumenti per "difendersi", rende il mio lavoro bellissimo.

Uno di questi strumenti è senz'altro la "cultura", termine che viene da "colere" cioè "coltivare", cosa? Se stessi, la propria mente, la personalità, ma anche l'autostima, rendersi conto della propria unicità come valore.

Essere "incolti" secondo me è contro la natura stessa dell'uomo, che per istinto è portato ad imparare, a sperimentare, a trovare nuove strade e soluzioni.

Si è facilmente manovrabili se non sviluppiamo almeno un po' di senso critico e la capacità di discriminare tutto ciò che ci viene propinato quotidianamente.

Oltre alle competenze che ogni anno programmiamo, è necessario aiutare gli alunni a "coltivare" la propria personalità rispettando i vari talenti che ognuno possiede come bagaglio naturale.

Sono contro l'appiattimento e considero un reato "buttare" via o non sviluppare questi "talenti".

3 commenti:

  1. ciao,
    aiutali ad maturare la capacità di autorientarsi nel loro cammino di studi.
    Andrea

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  2. Ciao Andrea, grazie per esserci sempre... Voglio darti una bella notizia, proprio stasera mi hanno comunicato gli esiti degli esami fatti venerdì: sono stata promossa sia a Storia della Filosofa, che Antropologia....

    Grazie per il suggerimento.

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  3. Sono due splendide materie;
    quando preparai Antropologia culturale lessi con grande piacere Il lungo viaggio di Poppie Nongena di Elsa Joubert
    te lo raccomando.
    in bocca al lupo e grazie a te.

    andrea

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