domenica 5 settembre 2010

.... la fitta sassaiola dell'ingiuria.....

Confessioni di un teppista  di Sergej Esenin

Non tutti son capaci di cantare
E non a tutti è dato di cadere
Come una mela, verso i piedi altrui.
È questa la più grande confessione
Che mai teppista possa confidarvi.
Io porto di mia voglia spettinata la testa,
Lume a petrolio sopra le mie spalle.
Mi piace nella tenebra schiarire
Lo spoglio autunno delle anime vostre;
E piace a me che mi volino contro
I sassi dell'ingiuria,
Grandine di eruttante temporale.
Solo più forte stringo fra le mani
L'ondulata mia bolla dei capelli.
È benefico allora ricordare
Il rauco ontano e l'erbeggiante stagno,
E che mi vivono da qualche parte
Padre e madre, infischiandosi del tutto
Dei miei versi, e che loro son caro
Come il campo e la carne, e quella pioggia fina
Che a primavera fa morbido il grano verde.
Per ogni grido che voi mi scagliate
Coi forconi verrebbero a scannarvi.
Poveri, poveri miei contadini!
Certo non siete diventati belli,
E Iddio temete e degli acquitrini le viscere.
Capiste almeno
Che vostro figlio in Russia
È fra i poeti il più grande!
Non si gelava il cuore a voi per lui,
Scalzo nelle pozzanghere d'autunno?
Adesso va girando egli in cilindro
E portando le scarpe di vernice.
Ma vive in lui la primigenia impronta
Del monello campagnolo.
Ad ogni mucca effigiata
Sopra le insegne di macelleria
Si inchina da lontano.
Ed incontrando in piazza i vetturini
Ricorda l'odore del letame sui campi,
Pronto, come uno strascico nuziale,
A reggere la coda dei cavalli.
Amo la patria. Amo molto la patria!
Pur con la sua tristezza di rugginoso salice.
Mi son gradevoli i grugni insudiciati dei porci,
E nel silenzio notturno l'argentina voce dei rospi.
Teneramente malato di memorie infantili
Sogno la nebbia e l'umido delle sere d'aprile.
Come a scaldarsi al rogo dell'aurora
S'è accoccolato l'acero nostro.
Ah, salendone i rami quante uova
Ho rubato dai nidi alle cornacchie!
È sempre uguale, con la verde cima?
È come un tempo forte la corteccia?
E tu, diletto,
Fedele cane pezzato!
Stridulo e cieco t'hanno fatto gli anni,
E trascinando vai per il cortile la coda penzolante,
Col fiuto immemore di porte e stalla.
Come grata ritorna quella birichinata:
Quando il tozzo di pane rubacchiato
Alla mia mamma, mordevamo a turno
Senza ribrezzo alcuno l'un dell'altro.
Sono rimasto lo stesso, con tutto il cuore.
Fioriscono gli occhi in viso
Simili a fiordalisi fra la segala.
Stuoie d'oro di versi srotolando,
Vorrei parlare a voi teneramente.
Buona notte! buona notte a voi tutti!
La falce dell'aurora ha già tinnito
Fra l'erba del crepuscolo.
Voglio stanotte pisciare a dirotto
Dalla finestra mia sopra la luna!
Azzurra luce, luce così azzurra!
In tanto azzurro anche morir non duole.
E non mi importa di sembrare un cinico
Con la lanterna attaccata al sedere!
Mio vecchio, buono ed estenuato Pégaso,
Mi serve proprio il tuo morbido trotto?
Io, severo maestro, son venuto
A celebrare i topi ed a cantarli.
L'agosto del mio capo si versa quale vino
Di capelli in tempesta.
Ho voglia d'essere la vela gialla
Verso il paese cui per mare andiamo


Questa poesia di Esenin, diventa
"Confessioni di un malandrino"
meravigliosa canzone di Angelo Branduardi......

la voglio dedicare a chi ama la poesia...

2 commenti:

  1. Cara Floriana, che bella poesia hai pubblicato.
    Sa di campagna, di terra, di vita ...
    Ha un profumo intenso, colori vividi e reali, suona come se fosse di cristallo, o una campanella d'acciaio ...
    Ha una straordinaria capacità di far risuonare quelli che sento come i sentimenti tuoi all'unisono, se me lo permetti, con quelli miei.

    Non sto facendo lo sdolcinato, il vacuo.
    Ti dico esattamente la sensazione che mi attraversa.
    Attraverso quei versi vivo qualcosa che appartenne a me, al mio passato, alle mie radici ...
    qualcosa che fu e resta mia ed è come riflesso nelle parole di Esenin, condensato in quelle immagini, in quei racconti, miniracconti, episodi di vita ... che furono i miei ... quando ...

    Non voglio annoiarti molto: ripenso a questo fine settimana, passato a Benevento, dove sono cresciuto, dovo ho vissuto per i miei primi vent'anni...
    Ecco, lì, quel posto, quegli anni tintinnano nella poesia di Esenin.

    Ed ho sentito lo stesso tintinnìo che ha fatto la tua vita, quando ho letto quella poesia.
    Tutto, sapori, odori, colori ...
    tutto ho sentito con un'intensità quasi fisica, se mi permetti di dirlo.
    Come quando riusciamo a guardare la vita, a sentire i ricordi, attraverso gli occhi dei nostri figli: è un vero miracolo, quello che accade in certe circostanze, con i figli.
    Loro sono noi, in parte, pur essendo altro da noi stessi.
    Ma quello di noi che c'è dentro di loro, che scorre nel loro sangue, colora i loro ricordi, nutre le loro radici, noi possiamo, certe volte, sentirlo vivo con la stessa intensità vibrante della loro tenera età verde, immatura, anche se noi (io), invece, non siamo altro frutti maturi. E loro - possiamo vederli, noi - restano attoniti, stupiti, meravigliati di fonte allo spettacolo che si offre ai loro occhi interiori, a quel mondo, a quello spazio di tempo, che sono più vasti di quanto non sia la loro stessa esperienza, la loro stessa vita, la loro effettiva età anagrafica.

    Ecco, a volte capita questo, cara Floriana. Mi capita di avere questi ... doni da coloro cui voglio bene.
    Ed io non devo far altro che ringraziare.

    Quindi, grazie, amica mia.

    RispondiElimina
  2. Ciao Pietro, come sempre hai colto in pieno le mie intenzioni....
    Ho passato l'estate nella casa dove sono nata, dopo ben 41 anni.... puoi immaginare le sensazioni, le emozioni, i ricordi, la gioia di vedere i miei figli correre in mezzo ai vicoli a me cari, che mi hanno vista bambina. Avevo bisogno di descrivere tutto questo con una testimonianza forte, piena di odori, di colori, di visi.... anche di ricordi dolorosi. La mia tesi è un progetto sull'Io autobiografico, la mia idea è di spiegare quanto sia "terapeutico" e educativo, il raccontarsi. Mettere a fuoco i ricordi sotto ogni forma di espressione, rende se stessi migliori, più leggeri, in pace con il passato.... Questo processo è importante per gli adulti, ma soprattutto per i bambini dei nostri giorni, che hanno un approccio alla realtà spesso carico di falsi messaggi. A volte mi capita di conoscere bambini con un bagaglio di esperienze troppo grande per il loro giovane cuore.... inclini al mutismo per difendersi. Ciao amico... un abbraccio

    RispondiElimina